La finale del Roland Garros tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, disputata domenica 8 giugno 2025, è entrata subito nella leggenda. Una battaglia epica durata 5 ore e 29 minuti, il match più lungo nella storia del torneo.
Il cuore del dramma
Sinner ha dominato i primi due set (6‑4, 7‑6), portandosi addirittura sul 5‑3 nel quarto set con tre match point sul servizio di Alcaraz. Ma il 22enne spagnolo ha risposto con compostezza, salvando tutti i match point e ribaltando il match, vincendo col punteggio finale:
4-6, 6-7(4), 6-4, 7-6(3), 7-6(10-2)
Alcaraz ha così conquistato il suo quinto Slam, mantenendo il suo record imbattuto in finali Major (5-0), e ha fatto storia come solo Gaudio e Djokovic prima di lui, salvando match point in una finale Major.
IL PARALLELO CON I GRANDI DEL PASSATO
Federer vs Nadal
Federer e Nadal hanno vissuto una rivalità che ha trasformato il tennis: Roger con la sua eleganza, Rafa con la sua potenza e determinazione. Federer ha fallito match point in finale (come a Wimbledon 2019 contro Djokovic), ma ogni sconfitta gli ha regalato cicatrici e consapevolezza, rendendolo leggendario. Sinner, con questo match, sembra avvicinarsi allo stesso percorso: non nell’eleganza stilistica, ma nella crescita psicologica .
Sampras e Agassi
Negli anni ’90, Pete Sampras e André Agassi hanno definito un’epoca. Sampras era freddo e dominante, Agassi passionale e carismatico. Entrambi hanno mostrato che le personalità scendono in campo: Sinner combina nervi d’acciaio e talento, ma in questa finale ha scoperto che anche i migliori possono soffrire e ricominciare con coraggio.
Nadal
Rafa ha costruito la sua leggenda proprio su Roland Garros: resilienza, cuore, spirito indomabile. Alcaraz è stato spesso paragonato a lui (v. dati identici: quinto Slam a 22 anni e 1 mese).
Sinner lo ha sfidato come pochi: quel 5‑3 nel quarto set era un segnale.
PERCHÉ È SPECIALE
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La pressione: tre match point non salvati segnano come un solco. Ma la capacità di arrivare a quel punto dimostra già forza mentale.
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La rivalità Alcaraz–Sinner: oggi giocano su un altro livello. Ogni finale sarà un duello testa a testa, psicologico oltre che tecnico.
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Le cicatrici: quelle di Sinner sono fresche, dolorose, ma fondamentali per forgiare un campione.
IL FUTURO?
Sinner non diventerà Federer, Nadal, Sampras o Agassi da un giorno all’altro — ma ha appena iniziato il suo percorso verso quella élite. Le sconfitte più dure sono spesso le migliori maestre, e quel 8 giugno 2025 rappresenta il battesimo del fuoco: una piccola ferita oggi, un’eredità domani.
Caro Jannik, le lacrime fanno parte del percorso. E tu, cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti!
