C’è stato un momento, nel cuore della notte americana, in cui tutto sembrava sospeso. Le luci delle arene brillavano come fari in mezzo alla tempesta, e le mani sudate dei protagonisti stringevano il destino. Questa non è solo NBA. Questo è il tempo delle leggende. È la stagione in cui ogni canestro è un colpo di spada, ogni palla persa è una ferita, e ogni gara 7 è un rito antico, crudele e magnifico.
I Warriors non muoiono mai
A San Francisco il tempo sembra essersi fermato. C’è un odore di dinastia, di gloria passata che non vuole ancora diventare cenere. In Gara 7 contro i giovani Rockets, i Golden State Warriors hanno fatto ciò che fanno sempre quando il mondo li dà per finiti: si sono trasformati in eroi.
Buddy Hield è stato fuoco puro. Nove triple, 33 punti, una serata in cui il ferro sembrava accogliere ogni suo tiro come una promessa. Ma è stato Steph Curry, il volto di una generazione, a suonare la campana della battaglia nel quarto periodo: 14 dei suoi 22 punti arrivano proprio lì, quando la partita scotta, quando i cuori tremano.
Houston, giovane e sfacciata, ha provato a reggere. Amen Thompson ha mostrato il futuro: 24 punti, 9 rimbalzi, occhi da veterano in un corpo ancora in costruzione. Ma il futuro non era ancora pronto per uccidere il passato.
Il punteggio finale è 103-89. I Warriors avanzano. Silenziosi, determinati. Perché la loro storia, forse, non è ancora finita.
I Clippers cadono nel gelo di Denver
Poi, l’altra arena. Quella dove il gelo non è solo nell’aria ma nel cuore. A Denver, i Clippers hanno vissuto la fine di un sogno, con la brutalità di un finale scritto troppo in fretta. Gara 7 è stata un monologo. Un’elegia. Un’esecuzione.
Nikola Jokić non gioca a basket. Scolpisce. Pittura. Comanda il tempo. E in questa partita ha suonato la sinfonia perfetta, orchestrando i suoi Nuggets in una marcia trionfale. Denver ha costruito un vantaggio che ha toccato i 35 punti: irreale. Impietoso.
Per i Clippers, nulla da fare. James Harden ha vagato in cerca di sé stesso, mentre Kawhi Leonard, ancora una volta segnato dagli infortuni, ha lottato contro il corpo e il cronometro. Ma non basta mai il talento quando manca il fuoco.
Il finale è 120-101. I Nuggets avanzano. I Clippers si spengono, lasciando dietro di sé solo il rumore vuoto delle occasioni perdute.
I nuovi incroci della guerra
Ora, il tabellone ha nuove facce e nuove fiamme.
Nella Western Conference, Denver sfiderà gli Oklahoma City Thunder, mentre i Warriors affronteranno i Minnesota Timberwolves: scontro tra chi vuole restare re e chi vuole diventarlo.
A Est, Boston Celtics vs. New York Knicks, e Cleveland Cavaliers vs. Indiana Pacers. Tradizione e rinascita. Muscoli e magia.
Ma stanotte, più che il futuro, è il presente a bruciare. Perché ogni notte di Playoff è una notte di verità. Alcuni escono da eroi. Altri con il capo chino e le ginocchia piegate. Ma tutti — proprio tutti — escono cambiati.
