L’Italia vince, ma non convince. A Empoli, contro una Moldavia generosa ma tecnicamente inferiore, gli Azzurri si impongono per 2-0 grazie alle reti di Raspadori (40’) e Cambiaso (50’), ma la prestazione lascia più dubbi che certezze. Una Nazionale ancora in cerca d’identità , che sembra giocare con il freno a mano tirato, e che non dà mai la sensazione di avere in mano il destino del match.
Il primo tempo è sonnolento, e serve un guizzo di Raspadori per sbloccare il punteggio dopo che la Moldavia si era anche vista annullare un gol per fuorigioco millimetrico. Nel secondo tempo, Cambiaso raddoppia con un inserimento da manuale, ma da lì in poi l’Italia si limita a gestire, senza mai affondare.
Luciano Spalletti, alla sua ultima panchina da commissario tecnico, è stato sincero nel post-partita:
“Non ho fatto la differenza. Non lascio una grande Italia. Chi verrà dovrà ricostruire entusiasmo”.
Parole che pesano come macigni e che restituiscono l’immagine di un CT onesto, capace di mettersi in discussione fino alla fine.
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🔄 Cambio in panchina: Ranieri dice no
Nel caos che segue la fine del ciclo Spalletti, un nome su tutti sembrava pronto a prendere in mano la Nazionale: Claudio Ranieri. E invece, il tecnico romano ha stupito tutti rifiutando la panchina azzurra per restare fedele alla squadra del suo cuore: la Roma.
Un gesto controcorrente, in un calcio dove spesso contano solo i soldi e le poltrone. Ranieri ha scelto il cuore:
“Ho già dato tutto. Preferisco restare dove batte il mio cuore, con il club che tifo da bambino.”
Un segnale forte. Di quei gesti che oggi sembrano quasi anacronistici, ma che riscrivono la parola coerenza.
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🔎 E ora?
La FIGC dovrà ripartire da un nuovo nome, ma soprattutto da una nuova mentalità . Il problema, ormai evidente, non è solo in panchina: è nella cultura, nella fame, nella voglia di tornare ad essere “grandi davvero”.
Settembre sarĂ giĂ decisivo per le qualificazioni ai Mondiali. Ma servirĂ ben piĂą di un nuovo allenatore.
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